1910/02/27 – La solenne ricognizione di Corpi Santi venerati nhella Cripta della Basilica di S. Colombano.

Da La Trebbia del 27 febbraio 1910

Come già annunciammo, Giovedì 17 c. si procedeva in S. Colombano alla solenne ed ufficiale ricognizione dei Corpi Santi che da secoli là riposano. La giornata splendida era irradiata da un lucidissimo sole invernale, che, spingendo il suo raggio furtivo nella Cripta oscura, pareva sorridere a quello risvegliarsi di sacri avanzi, che nella vita avevano così bene armonizzato al concerto melodioso e solenne della natura, inneggiante al suo creatore.
Festa della Religione e dell’Arte, fu con decorata della presenza di chi e dell’una e dell’altra sono gli Apostoli instancabili e gli amorosi cultori.
Alle ore 9,30 con S. Ecc. Mons. Vescovo discendevano nella Cripta il Ven. Capitolo del Duomo, il Seminario, il Clero dela Città, il Prof. Maccarelli, Insegnate di arti belle alle Scuole Normali, e chi nello sviluppo edilizio della nostra cittadina ha la parte più attiva ed illuminata: i capimastri Cella e Bianchi.
Previe le preghiere di uso, il giuramento dei suddetti capomastri, e la costituzione dei testimoni dell’Atto nella persona del Rev.mo P. Ambrosiani e Prof. Zaccarelli Staglieno, detti capomastri iniziano l’operazione, scoperchiando l’urna in marmo lavorato, rettangolare, sporgente dalla parete sinistra entrando fra quella di S. Bertulfo e quello di S. Cumiano.
Urna dei Corpi Santi. In detta urna, della quale non è cenno storico chiaro, si trovò una cassetta di legno che fu trovata contenere varii oggetti in legno, metallo ecc., miti a polvere e terriccio, probabilmente avanzi di sepolcreti antichi, racchiudenti le spoglie di uomini santi.
Urna di S. Cumiano. Sospesa di fronte, addossata alla parete «a parte sinistra S. Columbani, versus mane», come affermano i documenti, scoperchiata si rivelò contenente una cassa di legno, in cui erano chiuse ossa umane in buon stato, che i documenti direbbero di S. Cumiano e Romano con altri. Fu tolto anche la conosciutissima tavola marmorea scolpita e recante la famosa iscrizione Cumiana di sapore tutto Eucaristico, che documenta il contenuto dell’urna sovrastante.
Urna «in cornu Epistolae» Si passa quindi a scoperchiare e scomporre l’urna, pure marmorea posta in capo alla parete destra «prope altare S. Athalae» (cf. Document.), in cui fu rinvenuta una cassa di legno racchiudente piccole ossa e frammenti e detriti; due piccole olle di terra cotta contenente frammenti umani e detriti: una raccolta complessiva di sacri avanzi che secondo i documenti del secolo XV sarebbero dei SS. Valcario, Suniberto, Rataldo, Pietro, Rotrada verg., Matroneo, Bandacario, Allo, Teoperto, Petronolla verg., Andrea, Leone, Agibodo, Leopardo, Cuniberto, Tuniprando, Suniverga ver., Giovanni, Bladolfo, Teodebaldo.
Urna S. Bobuleno. S. Bobuleno fu il 4° Abbate che presiedette al Monastero Bobbiese: se ne aperse l’urna collocata sulla parete di fronte «in cornu Evangelii», e fu trovata racchiudere un cassetta di legno, che, aperta, mostrò il teschio ben conservato con le ossa, appartenenti, secondo l’iscrizione in caratteri del tempo, a S. Bobuleno.
E con questo si interruppe la ricognizione, che fu ripresa il giorno seguente, al quale si riservò la verifica delle due Urne più grandi con sottostante altare, ora demolito.
Urna di S. Bertulfo. Fu il III Abb. del Monastero e fu sepolto nel sarcofago in «cornu Evangelii», come dice il documento: «a parte sinistra versus septentrionem», i sacri resti del quale il lungo andare di secoli ha ridotto in polvere e frantumi, che furono convenientemente raccolti e suggellati.
Urna di S. Attala. Immediato successore di S. Colombano nel governo del Monastero fu tumulato e venerato nel sepolcro «in cornu Epistolae» «a parte destra versus maridionem» del quale pure il tempo non ci lasciò che pochi preziosi avanzi che furono raccolti come sopra.
Quanto fu ritrovato, scoperto e scomposto fu diligentemente registrato, sigillato, e fu deposto o nella Sagrestia superiore o nel braccio chiuso dell’inferriata in attesa che qualche perito istologo faccia competente verifica ed elencazione delle SS. Reliquie e valente archeologo interpreti il valore ed il significato delle tombe scomposte.
Ed ora si sta rimestando la Cappellina laterale sinistra detta di S. Silvestro, dove pallidi ed incerti indizi davano sepolti altri uomini illustri nella storia della santità cristiana.
Al presente però non fu ritrovato che un sepolcro proporzionato a statura normale, scavato in pietra arenaria e scolpita, che nella forma, nella iscrizione rivela probabilmente una tomba dell’epoca romana.
Mentre con sincera soddisfazione registriamo colla fedeltà di cronisti queste ricerche ispirate all’amore della religione e dell’arte come di un giusto orgoglio della pure glorie religioso civili della nostra Città, mandiamo il nostro riverente grazie ai forti figli d’Irlanda e loro E.mo Primate che, come dice l’atto di ricognizione, resero possibile questo glorioso ritorno sulle orme di un passato illustre per fede, cultura e lustro civico.

Scoperta di una tomba romana nella cripta della Basilica di S. Colombano.

Il 22 Febb. corr. nella cripta della Basilica di S. Colombano scomposto l’altare in manufatto della cappella di S. Silvestro, (detta pure della Madonnina per l’immagine antica della B. V. del Penice, ivi sopra un pilastro affrescata nel secolo XIV), con sorpresa, fu scoperta una grossa urna sepolcrale lung. m. 2,04 larg. cent. 70, prof. centimetri 56, di poco più ristretta alla base. È scavata in un unico blocco di pietra; il coperchio a sigillo tombale, alquanto più largo, diviso in due pezzi, s’inserisce, per appositi incastri, all’urna medesima, che fu indubbiamente manomessa, chissà da quanti secoli, come per parecchi altri secoli, dovette servire per accogliere reliquie di corpi santi: fu trovata affatto vuota e col lato di fronte rivolto invece verso la parete. Il lato posteriore, ruvido affatto ne avvisa che, in origine, essa posava dove che sia, a qualche muro vicina; quelli di fianco e di fronte lavorati e sagomati a specchi di buon disegno e fattura. Nello specchio o targa frontale di mezzo, in bella lettera capitale quadrata, lapidaria è chiarissima quest’iscrizione:

C COCCEI ALEXANDRI
C. COCCEIVS TERENTIANUS
PATRI PIENTISSIMO

salvo errore: al padre amorosissimo Caio? Cocceio Alessandro il (figlio) Caio? Cocceio Terenziano.
Secondo noi, salva la relativa importanza dei vasi o urne cinerarie scoperte in frazione di Cognolo, poco dopo il 1850, sarebbe questo il primo ed unico monumento sin qui che ne assicura di una civiltà sviluppata in Bobbio, prima non poco, della venuta di S. Colombano. Il nessunaccenno o simbolo cristiano, la qualità delle lettere, la forma, disegno ed esecuzione dell’urna, non certamente importata, data il suo peso enorme, ed altre circostanze parecchie, ne accerterebbero che siamo dinanzi ad un’opera romana anteriore al periodo della decadenza.
Salvo a ritornare sull’argomento, siamo frattanto lieti di darne la prima notizia sul nostro modesto giornale.

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