1942/04/28 – San Lorenzo

Da La Trebbia del 28 Aprile 1942

Cronache d’altri tempi: San Lorenzo

A caso ci capita fra le mani, rovistando l’archivio del Vescovado, l’atto di donazione del terreno sul quale venne edificata la chiesa di San Lorenzo. È dell’anno 1608, 19 ottobre, rogato dal Notaio Alfonso Olmi, e porta in margine l’intestazione: Erectio novi oratorii SS. Martir. Laurentii, Firmi et Victoris Bobii.

L’atto è steso nella sala di udienze dell’episcopio in presenza del Vescovo Mons. Antonio Bellini, e sono testimoni D. Buello dei Buelli Arcidiacono della Cattedrale, D. Francesco Ballerini Arciprete della Pieve di Ottone Diocesi di Tortona, D. Giovanni Baccigalupi Notaio pubblico bobbiese. Donatore è il sig. Cristoforo Nielli cittadino e abitatore di Bobbio, che cede l’orto di sua proprietà alla Confraternita o Società detta dei Disciplinati o Disciplinanti di S. Lorenzo, che già esisteva ed era fiorente fin dalla prima metà del 1200, ed era, per quei tempi, quella che chiameremmo oggi un’Associazione di Azione cattolica vera e propria.

La donazione, « ad effectum aedificandi ibi unam ecclesiam seu oratorium et non aliter », e coll’onere in perpetuo di far celebrare una Messa ogni settimana per l’anima del donatore e per i suoi defunti, è accettata dalla Confraternita rappresentata in quell’atto dai signori Antonio Bertolasio Ministro, Gerolamo Brugnatelli Vicario, Gregorio Buelli, Alessandro Bertolasio e Tommasino Galli Procuratori.

Il Vescovo dà la sua approvazione, ma a condizione esplicita che, costruita la chiesa, in questa e in nessun’altra la Confraternita compia le sue funzioni e svolga la sua attività e il suo apostolato di bene, sub poena suppressionis socieatis ipso facto. Nel frattempo, finchè la chiesa non sia finita, concede ai confratelli la licenza e facoltà di tenere le adunanze e di compiere le loro funzioni « nell’oratorio della B.V. di Montebruno, che trovasi in questa città ».

Quasi a prender possesso in forma pubblica e solenne dell’area destinata all’erigenda chiesa, nella primavera seguente – 12 aprile 1600, Domenica delle Palme, dopo i Vespri – il Vescovo stesso vi andò processionalmente col clero, i Confratelli e numerosissimo popolo, e vi piantò la Croce. Di questo è fatto cenno nel Diario di Mons. Bellini.

In altro documento, conservato dalla Sig.ra Ernesta Cattaneo Ved. Buelli, troviamo la cronaca precisa e particolareggiata della posa della prima pietra, che venne collocata « in fundamentis chori ipsius ecclesiae », per mano dell’Arcidiacono Buello dei Buelli, il 20 giugno dello stesso anno, presente tutto il clero della Cattedrale ed una moltitudine grandissima di popolo che con plauso e con gioia assiste all’avvenimento: « …magna populi moltitudine astante, ac cum eius applausu et gaudio ».

Posta la prima pietra, si mise mano alla costruzione, e si procedette con tanta celerità che in poco più di due mesi l’oratorio era quasi finito, e il Vescovo permise che vi si celebrasse per la prima volta il 9 agosto festa di s. Fermo, e il 10 festa di S. Lorenzo. Anche di questo lasciò memoria Mons Bellini nel suo Diario; nel quale troviamo pure – sotto la data del 29 agosto – che per aiutare la fabbrica di S. Lorenzo diede licenza di cercare elemosine non solo in città ma in tutta la Diocesi. Rileggendo l’atto di donazione che abbiamo riportato qui sopra, non senza sorpresa abbiamo visto che al principio del seicento esisteva a Bobbio un oratorio della B.V. di Montebruno, E chi ne sapeva? Ma… dov’era, e qual’era?

Ne abbiamo un indizio chiaro nella supplica che il Priore di Montebruno presentò nel gennaio del 1620 al vescovo Mons. Abbiati, e qui trascriviamo dal suo Diario:

« Fra Francesco Amoretto Agostiniano Priore della SS.ma Madonna di Montebruno e Vicegerente del P. Vicario Gen. degli Eremitani della Consolazione di Genova espone a V.S. Rev.ma qualmente molti anni sono li Padri di Montebruno col consenso di Mons. Aulario fabbricarono una chiesa sotto titolo della Visitazione della B.V. contigua ad una loro Casa posta nella strada del Torno con animo di venire tre o quattro Padri ad officiarla, essendo stati richiesti da questa Magnifica Comunità; ma per qualche degni rispetti non s’è mai sin’a quest’hora potuto effettuare cos’alcuna. Hora li detti padri sono pronti et apparecchiati per soddisfare alla richiesta di questi signori, e perciò supplicano V.S. R.ma, nella cui volontà consiste l’esecuzione di questo negozio, si voglia degnare di prestare il suo consenso per attendere quello che già il suo Antecessore aveva promesso all’Ecc.ma Sig.ra Principessa d’Oria, assicurandola che detti Padri quasi obbedienti figli li porteranno sempre ogni honore e reverenza, etc…».

Ora la chiesa degli Agostiniani è quella che ebbe più tardi il nome di San Nicola per una particolare devozione di quei Padri al Santo di tolentino; ma da principio, essendo dei frati di Montebruno, veniva da sé che il popolo la chiamasse semplicemente la Madonna di Montebruno.

Chiesa e casa furono poi acquistate nel 1844 dal B. Granelli per le Suore, che oggi – in via provvisoria – vi tengono il noviziato.

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